venerdì 16 luglio 2010

Il Buddha della Medicina

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Il Buddha della Medicina viene chiamato in tibetano Sanghs-rghie-sman-la (pr.: Sanghye Men La) dove Sanghye è il termine usato per indicare un Buddha, mentre Men La significa guaritore, medico, colui che guarisce. In sanscrito egli viene chiamato «Bhaysaya Guru», che significa proprio «Sviluppatore di guarigione».
Egli è detto anche il «Sovrano dell'acquamarina»: blu è il colore della luce dell'acquamarina e blu è il colore del Buddha della Medicina, che in questo caso corrisponde al colore della guarigione. E siccome il Buddha è completamente guarito, ossia non c'è ombra di malattia nella sua mente, nel suo corpo, nella sua parola, in quanto è un essere Illuminato, egli è appunto chiamato «Signore della luce acquamarina».
Il Buddha della Medicina è chiamato anche «la pura sorgente del lapislazzulo o dell'acqua marina» per indicare proprio la sua natura di pura sorgente di luce.
Uno degli impegni fondamentali presi dal Buddha della Medicina è stato quello di aiutare in modo preciso, senza nessun ordine di dubbio, tutte le persone che reciteranno il suo nome e seguiranno i suoi insegnamenti per la guarigione di se stessi e degli altri nel modo più completo. Questa guarigione potrà estrinsecarsi non solo nel senso della guarigione da una malattia, ma anche, per esempio, nel non far patire situazioni economiche pesanti.
Quando si parla del Buddha della Medicina non si vuole quindi indicare un fenomeno in particolare, ma una «pura essenza» che può essere vissuta da ciascuno: egli rappresenta un livello di illuminazione di totale guarigione e benessere ed è fondamentale capire e meditare profondamente su questo punto.
Secondo la mitologia buddista fu Buddha Shakyamuni a insegnare la medicina nell'attuale ciclo di tempo, nel luogo chiamato Danaduk, il paradiso mistico della medicina: egli insegnò diverse opere mediche (la più importante è quella de «I Quattro Tantra») a vari dei, buddisti e non, ma solo un discepolo, Yi.lay.kyè, comprese interamente l'insegnamento e lo registrò in 5900 versi con inchiostro di lapislazzuli su fogli di oro puro, che le dakini conservarono nel loro palazzo di Uddiyana.
Astrologicamente il giorno del Buddha della Medicina è l'ottavo giorno del mese lunare, e in tale giorno il potere è particolarmente forte.

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