martedì 25 maggio 2010

Chissà se ti arriveranno le mie parole...


La crisi del settimo anno esiste, lo posso confermare!
E' ormai un mese che non ci cerchiamo più come prima, litighiamo per un nonnulla, a volte non ci guardiamo neanche più in faccia...colpa di cosa?? di chi???
In questi casi ogniuno scarica la colpa sull'altro e si cercano soluzioni che poi non reggono proprio perchè si è convinti di stare nel giusto e che è l'altro che non ci presta più le attenzioni dovute.
Lo stress di tutti i giorni, i figli che ormai sono diventati due, il lavoro che non si sa come va, i genitori che hanno sempre qualcosa di ridire poi fanno il resto.
Ed ecco qui che ci si ritrova come due sconosciuti nello stesso letto girati di schiena perchè ormai non si ha più nulla da dire se non sputarsi le ultime cattiverie della giornata...
Ma non è stato mai così,
in questi giorni torno a pensare a quanto abbiamo voluto fortemente la nostra storia, a quanto abbiamo lottato per arrivare fino ad oggi, e proprio per questo mi chiedo come mai ora non godiamo di questo, ora che abbiamo due figli fantastici, una casa, un amore da vivere appieno.
Proprio oggi in radio sentivo la canzone di Vasco Rossi "E...", e sono tornata indietro di qualche anno, quando ci siamo conosciuti e Vasco Rossi era la colonna sonora di tutte le nostre giornate, di tutte le nostre fughe e i nostri incontri clandestini, quando seduti in un pub di Miramare cantavamo a squarciagola e mi chiedevi..."vuoi da bere!". Proprio per questo voglio dedicartela quella canzone...
Vieni qui

Tu per me

Te lo dico sottovoce

Amo te

Come non ho fatto in fondo

con nessuno

resta qui un secondo
 

giovedì 13 maggio 2010

PIU' MATERIA GRIGIA PER CHI MEDITA


Articolo comparso nel corriere della sera:
Grazie alla concentrazione profonda alcune aree del cervello legate alle emozioni aumentano di volume


MILANO - Ginnastica, attrezzistica, personal trainer: tutti sanno come aumentare le dimensioni e la forza dei propri muscoli e rendere le ossa più forti. Ma è possibile anche accrescere il volume del cervello? E come? Meditando, suggeriscono gli esperti. E non importa con quale tecnica: Zazen (scuola zen giapponese), Samatha e Vipassana (le due principali forme della meditazione buddhista) sono tutte efficaci, secondo una ricerca appena pubblicata su NeuroImagine da un gruppo di ricercatori dell’University of California a Los Angeles (Ucla).

RISONANZA MAGNETICA – Analizzando, con la risonanza magnetica, il cervello di persone abituate alla meditazione, i ricercatori hanno dimostrato che il volume della materia grigia di chi ricorre a tecniche di concentrazione profonda è mediamente maggiore di quello di persone che invece non ricorrono a queste pratiche. In particolare l’aumento di dimensione riguarda alcune aree particolari, come l’ippocampo, la corteccia orbito-frontale, il talamo e la parte inferiore del lobo temporale, tutte zone che hanno a che fare con la regolazione delle emozioni. «Sappiamo – ha commentato Eileen Luders, coordinatrice della ricerca – che persone abituate alla meditazione acquisiscono una particolare capacità di provare emozioni positive, sono più stabili emotivamente e raggiungono un grado di consapevolezza maggiore per quanto riguarda i loro comportamenti. Tutte queste caratteristiche potrebbero essere legate alle differenze anatomiche che abbiamo evidenziato con il nostro studio».

DIFESE IMMUNITARIE - Quest’ultimo dunque, aggiunge nuove informazioni a quelle che già si conoscevano sui benefici della meditazione: proprio perché controllano meglio le emozioni, le persone che seguono regolarmente queste pratiche sono meno stressate e hanno migliori capacità di difesa immunitaria. Nello studio appena pubblicato il gruppo della Luders ha esaminato 44 persone, la metà delle quali con una lunga storia di pratiche meditative (da 4 a 46 anni, con una media di 24 anni). Fra questi soggetti, almeno un cinquanta per cento ha affermato che la concentrazione profonda costituiva una parte essenziale della pratica e che ogni giorno dedicava a questa attività dai 10 ai 90 minuti. I

NEURONI - Ma ne vale la pena, se questo significa aumentare non solo le dimensioni di alcune aree del cervello, ma migliorare, di conseguenza, la capacità di controllare le emozioni. Rimane adesso da scoprire se, a parte l’aumento delle dimensioni, esiste anche, a livello microscopico, un aumento del numero di cellule cerebrali, delle loro dimensioni e soprattutto se, grazie alla meditazione, si sviluppano particolari sistemi di attivazione di queste cellule.

mercoledì 12 maggio 2010

GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'INFERMIERE


Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. L’International Council of Nurses (Icn) ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.
Negli anni Sessanta in Italia a celebrare il 12 maggio sono la Consociazione (Caioss), le Associazioni infermieristiche e qualche Collegio provinciale. E’ nel 1980 che la Federazione nazionale Ipasvi decide di sostenere in prima persona l’iniziativa, annunciandola sul “Notiziario”. L’intento dichiarato dal gruppo dirigente è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui valori di cui è portatrice la professione infermieristica: “una professione che trova il suo significato più originale e autentico nel servizio all'uomo”.
La scelta appare quanto mai opportuna e raccoglie ampi consensi, come dimostra il fitto calendario di iniziative promosse dai Collegi e dalle Associazioni, che ormai tradizionalmente si concentrano intorno a quella data anche nel nostro Paese.
A partire dal 1992 la Federazione nazionale Collegi Ipasvi sostiene la Giornata internazionale dell’Infermiere anche con la diffusione di manifesti che sottolineano l’impegno degli infermieri italiani sui temi della solidarietà e dell’alleanza con i pazienti e le loro famiglie. Gli slogan proposti in oltre un decennio ribadiscono tutti la scelta di stare “dalla parte del cittadino”.
1992 : Professione Salute, gesti che contano
1993 : Attenzione! La vita è fragile. Educare, prevenire assistere: gli infermieri a tutela della salute
1994 : Insieme per la salute. Professione infermiere. Per il benessere della persona, della famiglia e del Paese
1995 : Per 365 giorni l’anno 300.000 infermieri assistono chi si ammala e chi ha bisogno di cure. Oggi, soltanto oggi, si fanno un po’ di pubblicità
1996 : “Patto infermiere – cittadino” (recepito nel 1999 come premessa del nuovo Codice deontologico)
1997 : Il 12 maggio regala un gesto
1998 : C’è chi ha scoperto che oltre alle malattie esistono anche i malati. Noi infermieri lo sapevamo già
1999 : Assistenza a piene mani. Il nuovo Codice deontologico degli infermieri, una garanzia di buona sanità. I doveri degli infermieri sono i diritti dei cittadini.
2001 : Un Sorriso infermiere
2002 : L’infermiere, una presenza familiare nella tua vita. Professionisti sanitari capaci di fornire risposte complesse alla domanda di salute dei cittadini
2003 : Agli infermieri non importa la tua razza, il tuo credo, il tuo sesso. L’importante è assisterti. Chiunque e ovunque tu sia.
2004 : 326.000 infermieri schierati ogni giorno a difesa della vita. Le nostre armi sono la professionalità, l’impegno e la consapevolezza. Il nostro obiettivo è difendere la vita a oltranza
2005 : L’infermieristica italiana in Europa. Incontro e confronto di obiettivi e valori. Annuncio del XIV Congresso nazionale Ipasvi
2006 : Più infermieri = più salute
2007 : Guardare la vita negli occhi. Ogni giorno
2008 : Infermiere. Una storia che racconta milioni di vite
2009 : Noi infermieri con i nostri valori dalla vostra parte. Sempre
Il 12 maggio è così diventato l’occasione per far sì che la professione infermieristica “parli un po’ di sé” con i ricoverati negli ospedali, con gli utenti dei servizi territoriali, con gli anziani, con gli altri professionisti della sanità, con i giovani che devono scegliere un lavoro, con tutti coloro – insomma – che nel corso della propria vita hanno incontrato o incontreranno “un infermiere”. 

Cosa fa un infermiere? (Tratto da http://ramona.blog.dada.net)
L’infermiere ha un codice deontologico tutto nuovo, ma sarebbe riduttivo fermarsi a una lettura superficiale di tale codice, per quanto ampio e comprensivo esso sia. L’infermiere non ha più mansioni da svolgere, l’infermiere è un professionista e come tale ha la  precisa responsabilità delle proprie decisioni.

Ecco cosa fa un infermiere, allo stato attuale delle cose.

L’infermiere organizza il proprio lavoro e quello degli altri, da  quello del medico a quello dell’operatore sociosanitario, a quello dell’inserviente.
Il medico ha bisogno dell’infermiere, tra le altre cose,  per: avere notizie del paziente;contattare altri medici o altri ospedali; somministrare la terapia; prendere appuntamenti di vario tipo; sollecitare altre visite o esami strumentali; non farsi trovare quando serve; visitare il paziente; trovare qualsiasi cosa in reparto (da un paio di guanti della giusta misura a una cartella clinica misteriosamente scomparsa, da un numero telefonico sulle pagine gialle al primario che non è mai rintracciabile); riordinare il proprio casino.
L’operatore ha bisogno dell’infermiere perché da solo non sempre sa quello che deve o può fare, e la responsabilità di quello che lui fa o non fa è dell’infermiere.
L’inserviente ha bisogno dell’infermiere perché così ogni tanto può dirgli soddisfatto: questa pulizia  non mi compete, pensaci tu

L’infermiere quando non c’è l’inserviente, e talvolta anche se c’è, pulisce per terra e se serve anche il cesso, raccoglie vetri rotti e materiale organico di tutti i tipi, chiude sacchi della biancheria e della spazzatura, ripassa la cucina.

L’infermiere quando manca il personale addetto distribuisce i pasti ai pazienti, raccoglie i vassoi e se proprio volesse potrebbe anche pulire sopra e sotto i tavoli.

L’infermiere rileva il bisogno di manutenzione delle infrastrutture in cui opera (tinteggiatura da rifare, pavimenti rotti, rubinetti che perdono) e si attiva per chiamare il personale addetto. Però con l’attrezzo adatto talvolta provvede da sé.

L’infermiere è tenuto ad essere aggiornato e informatizzato, deve sapere usare il computer e la rete informatica, ma non ha diritto ad accedere ad internet dal posto di lavoro, altrimenti potrebbe distrarsi dalle proprie molteplici attività, o magari visitare siti porno, hai visto mai?

L’infermiere deve, con due mani e due orecchie, rispondere ai telefoni che suonano tutti in contemporanea in corsia, e deve avere una risposta pronta per tutti, non può dire io non so o io non c’ero o si rivolga a qualcun altro: risolvere i problemi di chiunque è per l’infermiere una vocazione, anche se questo significa perdere tempo prezioso per l’assistenza.

L’infermiere inoltre non deve mai essere stanco o nervoso, o sentirsi poco bene: quando è in servizio deve rendere al 100% e anche di più, non deve fermarsi mai, deve annullare se stesso a favore dell’utenza (giustamente) e di quello che ruota intorno all’utenza (un po’ meno giustamente).

Oltre a ciò, magari, l’infermiere deve saper interpretare i disturbi del paziente, riconoscere tutti i sintomi spia di un problema più o meno serio, senza peraltro disturbare il dottore per delle sciocchezze. Deve essere veloce a capire l’urgenza e deve saper litigare con chiunque per far capire a sua volta che di reale urgenza si tratta, non di un capriccio, e che se chiede qualcosa non è per sé ma per la persona che sta male.
L’infermiere maneggia liquidi biologici potenzialmente pericolosi e non può permettersi di essere troppo stanco per farlo, perché il peggio sarebbe solo suo e di nessun altro.

L’infermiere è disponibile all’ascolto, vive i problemi dei suoi assistiti come fossero i propri, spesso se li porta a casa perché non riesce a toglierseli dal cuore e peggio per lui se non dorme per questo o se la notte ha gli incubi.

L’infermiere, comunque, è soggetto di per sè a vari disturbi: del sonno, perché scambia il giorno per la notte e spesso a causa dei turni non sa nemmeno in che giorno si sveglia; digestivi, perché i turnisti possono andare a mangiare solo alla fine del turno, cioè quando la fame è ormai passata nel primo pomeriggio (in caso di pranzo, la sera in compenso non è prevista cena), oppure dandosi il cambio con un collega ma senza lasciare sguarnito il reparto, cosa del resto impossibile; dell’umore, perché la mancanza di riposo e di sonno causa sbalzi di serotonina  e dunque depressione, ma questo è implicito nel contratto d’assunzione, non gliene frega a nessuno, a meno che lo stesso infermiere non mandi malattia per mesi; circolatori, perché 8 ore a pattinare in corsia lasciano un segno varicoso sulle gambe.
Inoltre l’infermiere che ha un’ernia al disco ha il diritto di farsi mettere in turno con un collega che l’ernia non ce l’ha, per fargliela venire a lui.

L’infermiere è, per definizione un malato immaginario: nessuno gli crede se lamenta qualche disturbo, perché si sa, a stare con gli ammalati si crede di avere le stesse malattie. Per contro, un infermiere che trascura alcuni segnali d’allarme sul proprio stato di salute è quanto meno un incompetente e chi vuoi fagli curare a uno così, meglio non fidarsi.

L’infermiere è soggetto talvolta a un frustrante senso d’impotenza, quando non riesce ad alleviare la sofferenza negli stati terminali. E rischia la bestemmia e la scomunica perché si chiede, in certi momenti, dov’è dio e che ci sta a fare se permette certe cose. E si sente anche i rimproveri del prete se nel momento dell’urgenza non fa in tempo a chiamarlo prima che il paziente se ne sia andato per sempre. Anche l’anima ha le sue esigenze, certo, ma l’anima è immortale e il corpo no, a cosa dare la priorità in certi momenti?

L’infermiere è questo è molto altro.
Oggi è la giornata internazionale dell’infermiere.
Auguri, colleghi.  

domenica 9 maggio 2010

Santacittarama...il giardino del cuore sereno


A 50 km da Roma, sulle colline sabine di Poggio Nativo, sorge il Santacittarama, monastero buddista della tradizione Theravada, "La via degli anziani".
I monaci residenti seguono una tradizione ispirata dal monaco della foresta thailandese Venerabile Ajahn Chah (1918-1992), noto insegnante, sotto il quale molti occidentali furono ordinati in Thailandia, attratti dalla chiarezza, semplicità e accessibilità del suo insegnamento e della sua pratica.


Questo lignaggio giunse in occidente quando Ajahn Sumedho, un discepolo americano del Venerabile Ajahn Chah, fu invitato a stabilire un ordine monastico in Inghilterra. E' dal 1977, quando egli arrivò con altri tre monaci occidentali, che questo ordine sta crescendo, includendo oggi quattro monasteri nel Regno Unito e quelli in Svizzera, Italia, Nuova Zelanda e USA, comprendenti, tutti assieme, una sessantina di persone fra monaci e monache.

Il Buddhismo del Sud-Est asiatico (Theravada) ha il suo aspetto principale nella relazione di mutualità fra il Sangha monastico, la comunità ordinata di monaci e monache, con la comunità estesa ai praticanti laici. Questa relazione è caratterizzata dalla dipendenza materiale del Sangha, costituito da rinuncianti, sugli atti di generosità (Dana) compiuti dalla comunità laica. Così, ad esempio, se da un lato il Sangha dipende dall'offerta diretta del cibo, per il sostentamento quotidiano, dall'altro fornisce alla comunità laica un modello, un'ispirazione e un sostegno per la pratica spirituale, assieme alla possibilità di accedere ai santuari dei monasteri.

Nel monastero si svolgono vari seminari ed incontri, tra cui la meditazione per principianti, Per gli eventi non è necessario prenotare ne pagare alcuna somma, i visitatori sono tenuti a rispettare le regole del monastero epartecipare alla vita quotidiana.
Nel sito oltre al programma degli eventi e alle informazioni sul monastero e sui residenti è possibile trovare scritti e file audio riguardanti la religione buddista e la meditazione.

http://www.santacittarama.it/

sabato 8 maggio 2010

AUGURI A TUTTE LE MAMME


La festa della mamma ha origini antichissime ed è diffusa in tutto il mondo.
In Italia, come in molti altri paesi viene festeggiata la seconda domenica del mese di Maggio.
Negli Stati Uniti pochi anni dopo la fine della guerra di secessione, nel maggio 1970, Julia Ward Howe organizzò una festa delle "madri della pace" e propose di fatto l'istituzione del Mother's Day come momento di riflessione contro la guerra.
Il presidente Woodrow Wilson decise di ufficializzare la festa della mamma nel 1914 con l'accordo del congresso e di festeggiarla la seconda domenica di maggio.
In Norvegia si festeggia la seconda domenica di febbraio
In Argentina la seconda domenica di ottobre
In Spagna la prima domenica di maggio
In Francia l'ultima domenica di maggio
In Thailandia il 12 agosto
In Egitto e Marocco il 21 marzo
In Russia l'ultima domenica di novembre
In Indonesia il 22 dicembre.


Liberamente tratto da http://www.lachiacchiera.it/